Ci spiace moltissimo apprendere la notizia dell’avvenuto sgombero del Teatro Mediterraneo Occupato. Ci chiediamo quale sia il piano dell’amministrazione su quegli spazi. Come, e con quali risorse, l’amministrazione lo vorrebbe rendere uno spazio aperto, fruibile, in una parola pubblico.
Lo sgombero del TMO, nella totale mancanza di risposte a queste domande, rappresenta una ferita al tessuto della vita culturale e politica di questa città e rischia di porre una pietra definitiva su quel giusto processo di riflessione, avviato da mesi, a partire proprio da quello spazio, sul regolamento sui Beni Comuni a Palermo.
Troviamo incomprensibile che la stessa Amministrazione che da un lato in questi mesi ha aperto un dialogo che, implicitamente, dava cittadinanza e riconosceva valore a questa esperienza, dall’altro abbia proseguito il percorso che ha portato, stamattina, allo sgombero.
Il Palermo Pride di quest’anno ha proprio voluto affrontare questi temi, dedicando il Pride del 2015 agli Spazi Pubblici/Spazi di Rivolta e, proprio dal collettivo che ha animato il Tmo è arrivato un grande contributo, in termini di elaborazione politica e non solo.
Riteniamo dunque molto grave l’episodio, perchè questo rapporto tra lo spazio pubblico ed i Movimenti come attori della trasformazione, che abbiamo messo al centro col Pride di quest’anno, vuole proprio avviare, a partire dalle relazioni del Movimento LGBTQI con gli altri movimenti e le altre vertenze cittadine/i e di ciascuno di essi con le nostre Istituzioni, un ragionamento partecipato, che muova dal potenziale di ogni spazio pubblico e dalle regole del suo utilizzo, per arrivare ad una reale gestione condivisa degli spazi pubblici della nostra città.
A maggior ragione dopo lo sgombero, fondamentale è la prosecuzione del lavoro sul Regolamento dei Beni Comuni, proposto dal comitato Fiera-Mente in Comune, che è stato al centro di una partecipatissima assemblea “Verso il Pride”, grazie anche al contributo delle compagne e dei compagni del TMO, a cui va tutto il nostro sostegno.