Gethin Roberts: Abbiamo cambiato il mondo una volta, possiamo cambiarlo di nuovo

Gethin Roberts e Massimo Milani sul palco del Palermo Pride

 

Ho trascorso un po’ troppo tempo qui negli ultimi 3 giorni (NdR: Gethin scrive dall’aeroporto di Fiumicino. A causa degli incendi a Palermo e del successivo sciopero dei controllori di volo, Gethin è rimasto bloccato due giorni all’aeroporto di Roma) ma ne è valsa la pena per aver avuto il privilegio di essere parte ieri del Palermo Pride. Su un’isola con una popolazione che è un po’ meno della metà di quella di Londra, una bellissima isola circondata da onde, pesci e uccelli marini, 50.000 persone hanno marciato attraverso la città di Palermo – senza la necessità di sponsor che sostenessero lo sforzo economico. Non ci sono stati banchieri a farsi pubblicità, non ci sono stati trafficanti d’armi a distrarre l’attenzione dai morti di cui sono responsabili dipingendosi addosso uno strato sottilissimo di rosa politicamente corretto.

Il sindaco Orlando parla con Gethin Roberts della Carta di Palermo
Il sindaco Orlando parla con Gethin Roberts della Carta di Palermo

Solo 50.000 ribelli, queer e loro alleati, per fare sapere al mondo intero che rifugiati e migranti sono solo persone esattamente come noi, alcuni di loro sono queer, altri alleati, ma soprattutto tutti coloro condividono con noi molto di più di ciò che ci divide. Ho avuto il privilegio di poter fare il discorso di chiusura della parata del Palermo Pride, di poter parlare di quello che abbiamo in comune, di parlare di quando il movimento iniziò oltre 30 anni fa quando eravamo insultati, trattati come una malattia, un contagio, una minaccia, trattati come altro. Ho potuto parlare per dire che molti di noi quel mondo hanno lottato per cambiarlo, l’abbiamo cambiato una volta e continuiamo a cambiarlo – nonostante gli orrori di Orlando – in meglio.

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Casa Pride: la mostra di Alessio Genovese

Nello spazio espositivo di Casa Pride, Trans-Mediterranea. L’Europa dei diritti dove va?, la mostra del fotogiornalista Alessio Genovese, che propone una sintesi fotografica sui percorsi delle migrazioni del Mediterraneo: Libia e Siria, il viaggio, e l’accoglienza in Italia.

 

Reporter e documentarista, nel 2004 Alessio Genovese parte a piedi per il giro del Mediterraneo per una scommessa persa. Dopo l’esperienza di questo viaggio, di 9 mesi con 700€ di budget, decide di trasferirsi in Medio Oriente per imparare l’arabo e conoscere le società arabe da vicino. E’ qui che inizia la carriera professionale occupandosi di diversi progetti di comunicazione per Ong internazionali. I suoi reportage sono stati pubblicati in Italia e all’estero, ha collaborato tra gli altri con: Rai 3, La Repubblica, Vanity Fair, E­ilmensile, Famiglia Cristiana, Amnesty International Svizzera, The Guardian, Jungle World, The Daily Star, Left.

Nel 2012 vince il premio Maria Grazia Cutuli, categoria emergente. Sempre nel 2012 è finalista al premio Ilaria Alpi con un reportage sulla Libia del post Gheddafi per Rai3. Nel 2013 dirige e co­produce il film documentario “EU 013 L’ultima Frontiera” presentato per la Prima Mondiale alla 54° Festival dei Popoli; il film ha avuto la sua International Première al Film Festival di Rotterdam (IFFR 2014); a marzo 2014 è stato presentato alla Camera dei Deputati italiana e in Campidoglio.

17 giugno: Migrazioni, diritti civili, dialogo. Gli strumenti dei pride

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Venerdì 17 alle 18.30, a Casa Pride, Migrazioni, diritti civili dialogo: gli strumenti dei pride.

– presentazione del Vademecum sulle richieste di protezione internazionale fondate sull’orientamento sessuale e/o sull’identità di genere – con Elena Consiglio, docente di Discrimination Law all’Università di Palermo, e gli studenti

– il Reggio Calabria Pride, le migrazioni, il dialogo interculturale, il Mediterraneo, i diritti civili: la “Carta di Reggio” e il laboratorio internazionale – Lucio Dattola, presidente Arcigay Calabria e del comitatoArcigay “I Due Mari” Reggio Calabriai due mari; Silvio Nocera, coordinatore associazione Fidem – Festival delle idee euro-mediterranee e vicepresidente comitato Arcigay “I Due Mari” RC.

– “Lesbians and Gays Support the Migrants”, Londra, 2016: dal Lesbians and Gays Support the Miners un gruppo di sostegno ai migranti nella comunità LGBT londinese – Gethin Roberts dell’LGSM, e Ida-Sofie Picarde Morten Thaysen, di LGSM-migrants

Introduce e modera Emiliano Farinella, Alibi

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Palermo Pride con i Migranti

CPPIl tema centrale del Palermo Pride 2016 sono le migrazioni.
Migrazione di persone, che cercano una vita migliore al riparo da guerre e povertà nonché la “migrazione” di persone in movimento tra differenti identità ed orientamenti sessuali.

RuMD8n8VIl coordinamento Palermo pride è gemellato con Lesbians and Gays Support the Miners (LGSM), un’associazione londinese nata in supporto dei minatori durante lo sciopero contro le politiche della Tatcher nel 1984-85, ricordata nel 2014 nel film Pride. Un’attenzione ai temi sociali che il Palermo pride ha fatto propria sin dalla prima edizione nel 2010 (avviato con un’assemblea insieme ai lavoratori della Fiat di Termini Imerese).

Il gruppo di lavoro sul tema migrazioni è coordinato da Manuela Casamento, volontaria de “La Migration”, servizio di supporto per migranti LGBT e di ROMpiamo i pregiudizi, associazione con lo scopo di stimolare la diffusione della cultura romanì, contrastare i pregiudizi, sostenere la comunità romanì della città.
Per contatti: info@palermopride.it